Buongiorno lettori!
Oggi intervisteremo insieme l'autrice di Se ci sei non ho paura: Miriana Vitulli!
Leggi la recensione del romanzo qui
1. Da dove è
nata la tua passione per la scrittura?
Non saprei dirlo con esattezza. Ci sono cose che ti stanno dentro, da qualche parte e prima o poi escono fuori. Ognuno di noi ha un talento celato che ha solo bisogno di essere scoperto. E io, appena ho imparato a leggere e scrivere, ho capito che questa fosse la mia strada.
Non saprei dirlo con esattezza. Ci sono cose che ti stanno dentro, da qualche parte e prima o poi escono fuori. Ognuno di noi ha un talento celato che ha solo bisogno di essere scoperto. E io, appena ho imparato a leggere e scrivere, ho capito che questa fosse la mia strada.
2. Cosa ascolti
mentre scrivi?
Niente. Strano a dirsi, ma se scrivo mentre ascolto musica finisco per
distrarmi. Mi è molto più facile “pensare” mentre ascolto la musica, poi metto
stop e mi metto all’opera. Di solito, comunque, sono canzoni strappalacrime.
3. Cosa ti
aiuta quando ti blocchi con la scrittura?
Ahimè, niente. Mi serve molto aspettare, rileggere
pezzi, darmi tempo. Cerco sempre di non forzarmi, di solito quando sono in
blocco è perché ho la mente troppo piena e non mi va di sovraccaricarmi.
4. Perché hai
deciso di iniziare a scrivere?
Questo si ricollega molto alla domanda numero 1. Non
c’è un perché definitivo. Ci ho provato la prima volta e mi è piaciuto, con il
tempo ho provato a far leggere le mie cose agli altri. Avere sostegno mi ha
aiutata. Quando scrivo riesco a tirar fuori pensieri, parole ed emozioni che a
voce non potrei mai, È il mio modo di esprimermi. Io SONO la mia scrittura.
5. C'è qualcuno
o qualcosa che ti ha ispirato?
Non in maniera particolare. Trovo l’ispirazione un po’ in tutto ciò che mi circonda. Dipende molto da cosa voglio raccontare.
Non in maniera particolare. Trovo l’ispirazione un po’ in tutto ciò che mi circonda. Dipende molto da cosa voglio raccontare.
6. "Se ci
sei, non ho paura" fa parte del genere romance, è questo il genere che ami
leggere?
Certo. Adoro le storie d’amore, sono un’inguaribile romantica! Ma devo dire che più del genere romance, amo leggere di thriller.
Certo. Adoro le storie d’amore, sono un’inguaribile romantica! Ma devo dire che più del genere romance, amo leggere di thriller.
7. Pensi di
allargare i tuoi orizzonti anche cimentandoti nella scrittura di un altro
genere o preferisci continuare in quello che credi faccia per te?
Mi piacerebbe scrivere un distopico e provare con un thriller, ma sono solo idee. Per ora riesco a cimentarmi solo nel romance.
Mi piacerebbe scrivere un distopico e provare con un thriller, ma sono solo idee. Per ora riesco a cimentarmi solo nel romance.
8. Quando una
persona vuole scrivere una storia raramente sa da dove iniziare, ha troppe idee
ma non sa come conciliarle. Tu da dove hai cominciato?
Io ho cominciato esattamente dall’inizio, dalla primissima scena. Avevo ben nitida l’immagine di una ragazza seduta alla sua finestra, mentre guardava la pioggia. Ho preso questa “fotografia” e l’ho scritta, il resto è venuto da sé.
Io ho cominciato esattamente dall’inizio, dalla primissima scena. Avevo ben nitida l’immagine di una ragazza seduta alla sua finestra, mentre guardava la pioggia. Ho preso questa “fotografia” e l’ho scritta, il resto è venuto da sé.
9. L'idea di
questa storia come ti è venuta in mente?
A parte la primissima immagine, ci sono state tante cose a suggerirmi le idee giuste. Sicuramente le mie paure e i miei ricordi, i miei “e se…?” e così via. Ho provato a mettere insieme le domande e le risposte sono nate da sole.
A parte la primissima immagine, ci sono state tante cose a suggerirmi le idee giuste. Sicuramente le mie paure e i miei ricordi, i miei “e se…?” e così via. Ho provato a mettere insieme le domande e le risposte sono nate da sole.
10. Sapevi giÃ
come avresti strutturato la storia o ti è venuta ispirazione volta per volta?
All’inizio doveva essere piuttosto diversa. L’idea di base c’era: il lutto, il trasferimento, il dolore. Ma la musica, Blake, Jimmy e i nonni sono venuti dopo. Non erano programmati.
All’inizio doveva essere piuttosto diversa. L’idea di base c’era: il lutto, il trasferimento, il dolore. Ma la musica, Blake, Jimmy e i nonni sono venuti dopo. Non erano programmati.
11. Ti è capitato
di immaginare le scene del tuo romanzo mentre non stavi scrivendo, magari
mentre non avevi nulla a portata di mano per segnarti le idee? Come hai fatto
in quei casi?
Assolutamente sì, sempre! Anzi, mi vengono in mente più spesso quando sono lontana che quando ho la pagina bianca davanti. Come faccio? La ripeto all’infinito in mente, fino a impararla a memoria e appena posso la scrivo. Ora, però, ho imparato a girare con un taccuino, eheh!
Assolutamente sì, sempre! Anzi, mi vengono in mente più spesso quando sono lontana che quando ho la pagina bianca davanti. Come faccio? La ripeto all’infinito in mente, fino a impararla a memoria e appena posso la scrivo. Ora, però, ho imparato a girare con un taccuino, eheh!
12. Ti sei
documentata per scrivere i dettagli del romanzo?
Ovvio che sì. Ricordo ancora di un pomeriggio in cui mi sono messa davanti al pc e ho digitato “Juneau” (la capitale dell’Alaska) su GoogleHeart. Volevo vedere bene le strade, farmi un’idea del paesaggio. Alla fine mi è venuta l’ansia e ho digitato “Torre del Greco” (la mia città ) e mi sono piazzata virtualmente sotto casa mia *ride da sola*
Ovvio che sì. Ricordo ancora di un pomeriggio in cui mi sono messa davanti al pc e ho digitato “Juneau” (la capitale dell’Alaska) su GoogleHeart. Volevo vedere bene le strade, farmi un’idea del paesaggio. Alla fine mi è venuta l’ansia e ho digitato “Torre del Greco” (la mia città ) e mi sono piazzata virtualmente sotto casa mia *ride da sola*
13. Hai un libro
preferito?
Più di uno, in realtà . Penso che il libro preferito dipenda molto dal periodo della vita in cui lo leggi. I miei sono “Orgoglio e pregiudizio”, la trilogia “Innamorata di un angelo” e la saga “Fallen”.
Più di uno, in realtà . Penso che il libro preferito dipenda molto dal periodo della vita in cui lo leggi. I miei sono “Orgoglio e pregiudizio”, la trilogia “Innamorata di un angelo” e la saga “Fallen”.
14. Quanto
di te c'è nei personaggi di cui hai parlato? E in quali, precisamente?
C’è molto, moltissimo. Sono buttati qui e lì miei pensieri, mie paure. In Judy ci ho messo molto l’insicurezza, ma il personaggio che più mi somiglia è Jimmy: un buon amico, paziente, sfacciato, sincero, insicuro. Se fosse reale sarebbe anche il mio migliore amico.
C’è molto, moltissimo. Sono buttati qui e lì miei pensieri, mie paure. In Judy ci ho messo molto l’insicurezza, ma il personaggio che più mi somiglia è Jimmy: un buon amico, paziente, sfacciato, sincero, insicuro. Se fosse reale sarebbe anche il mio migliore amico.
15. C'è stato
qualcuno a cui ti sei ispirata per delineare il carattere o le azioni dei
personaggi?
No, assolutamente. Ognuno ha il carattere che avrebbe dovuto avere. Per mia fortuna non ho nessun Blake o Kim a circondarmi *ride*.
No, assolutamente. Ognuno ha il carattere che avrebbe dovuto avere. Per mia fortuna non ho nessun Blake o Kim a circondarmi *ride*.
16. Qual è il
tuo sogno nel cassetto?
Vorrei diventare un editor, perché più della scrittura amo la lettura. Sto studiando per diventarlo, quindi incrociamo le dita.
Vorrei diventare un editor, perché più della scrittura amo la lettura. Sto studiando per diventarlo, quindi incrociamo le dita.
17. Come hai
capito quale sarebbe dovuta essere la conclusione del romanzo? Cosa hai provato
quando hai scritto la parola "fine" alla tua storia?
L’ho capito quando le emozioni e i gesti si sono esauriti. I personaggi erano cresciuti, erano diventati chi dovevano essere, avevano capito tutto di loro stessi. Non avevano nient’altro da fare se non vivere, così li ho lasciati andare. Sono stata molto male quando è successo. Ho pianto, un po’ per gioia, un po’ per malinconia. Poi ho iniziato un sequel… Non sono mai stata davvero pronta a dire addio a Judy e i suoi amici.
L’ho capito quando le emozioni e i gesti si sono esauriti. I personaggi erano cresciuti, erano diventati chi dovevano essere, avevano capito tutto di loro stessi. Non avevano nient’altro da fare se non vivere, così li ho lasciati andare. Sono stata molto male quando è successo. Ho pianto, un po’ per gioia, un po’ per malinconia. Poi ho iniziato un sequel… Non sono mai stata davvero pronta a dire addio a Judy e i suoi amici.
18. E cosa hai
provato, invece, nel sapere che il tuo romanzo sarebbe arrivato nelle case
degli italiani?
Non ci ho mai creduto davvero. Quando ho avuto il contratto ero felicissima, è impossibile da spiegare. Non me ne sono convinta finché non ho ricevuto le foto dei fans con il libro. Lì è stato tutto reale e ho capito che non vorrei far altro che questo, nella vita: emozionarmi ed emozionarvi.
Non ci ho mai creduto davvero. Quando ho avuto il contratto ero felicissima, è impossibile da spiegare. Non me ne sono convinta finché non ho ricevuto le foto dei fans con il libro. Lì è stato tutto reale e ho capito che non vorrei far altro che questo, nella vita: emozionarmi ed emozionarvi.
19. Qual è il
commento peggiore che hai ricevuto sul tuo libro?
Tempo fa, su wattpad, una ragazza mi disse: “Sembra la
brutta copia del Mondo di Patty. Non capisco come faccia a piacere”. A lei
dico: “Hey, ciao! Ora il mio Mondo di Patty è un cartaceo!” A parte gli
scherzi, questa è quella che ricordo e sicuramente ne avrò avute/avrò altre.
L’importante è prendere tutto con filosofia. Non siamo tutti uguali, al mondo.
A qualcuno piacciamo, ad altri assolutamente no… L’importante è la voglia di
migliorarsi.
20. Spazio
personale: puoi raccontarci qualsiasi cosa tu voglia oppure salutare o
ringraziare qualcuno. Insomma, sei libero/a di dire ciò che vuoi J
Uso questo spazio per dare un consiglio agli altri aspiranti scrittori: non
guardate troppo agli altri. Se la scrittura diventa, per voi, una competizione
vi consiglio di lasciar perdere. Ci saranno persone che avranno più successo di
voi. Qualcuno lo meritetà e altri no, ma voi non dovete farci caso. Pensate
solo a voi e ai vostri successi e se proprio volete buttar el’occhio su altri
autori, non colpevolizzateli e non giudicateli, ma cercare di cogliere dai loro
successi dei suggerimenti per poter spiccare il volo. La scrittura deve unire,
non distruggere! Ad maiora.
Grazie, Miriana, per aver passato un po' del tuo tempo in nostra compagnia e per aver deciso di collaborare con noi facendoci leggere il tuo romanzo, è stato un momento magico che speriamo di ripetere presto, magari con un secondo tuo libro :)
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