venerdì 16 agosto 2019

Recensione: "Il lato nascosto dell'amore" di Erika Lenti

Buongiorno lettori, oggi vi parliamo dell'ultimo romanzo letto dalla nostra contributor Diamante Giorgese.


Titolo: Il lato nascosto dell'amore

Autrice: Erika Lenti 


Casa editrice: Self published


Genere: Storie d’amore



SINOSSI


Da quando un incidente le ha deturpato parte del viso, Adelia vive nascosta tra le quattro mura della sua stanza. Esce di notte, quando piove, con il cappuccio alzato. Solo nell’oscurità profonda riesce davvero a sentirsi libera. Nel buio, e nel vecchio cinema del signor Baxter, dove ha iniziato a lavorare.
È tra quelle poltrone rosse che Noah, talentuoso fotografo tornato in città per il matrimonio della sorella, la vede. Vede il suo lato perfetto, il profilo che le cicatrici non sono riuscite a segnare, e ne rimane affascinato. Ma Noah non sa che Adelia è la testimone dello sposo. Non sa neanche che cosa si cela dall’altra parte del suo volto, dove c’è molto di più del marchio di una tragedia.
Adelia non ha nessuna intenzione di partecipare al matrimonio e mostrare al mondo il proprio segreto.
Noah, invece, ha tutte le intenzioni di scoprire chi è la ragazza che non vuole fare da testimone allo sposo.
Sarà una banale scommessa a cambiare le carte in tavola.
Noah e Adelia dovranno imparare a fare i conti con la passione, quella che arriva all’improvviso e travolge tutto, e con i pregiudizi della gente.
Perché l’amore ha sempre un lato nascosto, bisogna solo saperlo guardare.


RECENSIONE
A CURA DI DIAMANTE GIORGESE


Inizio col dire che non è la solita storia d’amore, sotto molti aspetti. La trama è originale, la crudeltà della vita è spesso nascosta dietro le tanto amate fiabe, ma nella vita vera non sempre si è così fortunati, e questo libro lo dimostra. A volte le cose non vanno come previsto, tutt’altro, e a volte sei proprio tu la vittima, e la vita da vittima non sarà mai come quella di tutti gli altri.
In questo caso la vittima ha un nome ed un volto, ed è Adelia, una ragazza che vive a metà, convinta che per lei, nel mondo, non ci sia più posto dopo quel giorno, se non tra le quattro mura della sua stanza e la sala del piccolo cinema nel quale aiuta il proprietario qualche giorno a settimana, stando bene attenta a non farsi vedere. Perché Adelia ha un segreto da nascondere, un segreto scritto in faccia, sulla pelle, nel cuore, un segreto che le logora l’anima ogni giorno, un segreto che le toglie il coraggio di guardarsi persino allo specchio.
Ma si sa, gli equilibri, nella vita, non sono destinati a durare mai troppo a lungo, e in questo caso la rottura della sua quotidianità porterà il nome di quello che sta per diventare suo cognato, Noah.
Noah è il solito ragazzo che ha perso la strada di casa, o forse, in questo caso, andrebbe detto che è stata una sua scelta andarsene e ridurre la propria vita sentimentale ad un gioco, fin quando i suoi occhi non cadranno sul viso di Adelia, su quella parte di viso ancora intatta, perfetta, salvata dalla crudeltà del destino.
Noah si innamorerà di quel profilo ancora prima di rendersene conto, e questa attrazione sentita da entrambi porterà i due personaggi ad incontrarsi prima e ad allontanarsi poi. Non voglio svelare il finale, ma dico soltanto che la storia mi è piaciuta, e credo si sia capito, l’ho letta in pochissimo tempo, mi ha emozionata, mi ha fatta riflettere ed evadere un po’ da questa vita fatta soltanto di immagine.

È bello credere che possa esistere ancora la capacità di andare oltre le apparenze, di amare il contenuto e non il contenitore, perché è vero che siamo animali, attratti dall’aspetto dell’altro, schiavi di quella che è l’evoluzione e la selezione della natura, ma siamo anche umani, in grado di andare oltre i nostri istinti, di guardarci dentro e di guardare dentro gli altri.
Non ho amato molto il colpo di scena finale, forse un po’ esagerato, ma dopotutto può essere giustificato, almeno in parte, dal carattere della protagonista. Un carattere fragile, insicuro, non ancora in grado di vincere contro tutte le battaglie della vita.
In ogni caso, nonostante qualche svista dell’autrice, che sottolineo essere svista, si capisce che quei piccoli errori non sono dettati da ignoranza, ma da distrazione, non posso che assegnare 5 stelline su cinque. (Se sta leggendo questa recensione, controlli il nome del proprietario del cinema! È scritto in modi diversi!)
È uno di quei libri che rileggerei dall’inizio, così da cogliere meglio ogni particolare.
Grazie di averlo scritto.


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