giovedì 15 agosto 2019

Recensione: "Darkest Minds" di Alexandra Bracken

Buongiorno lettori, anche oggi vecchia recensione ripresa dal vecchio blog.



Titolo: Darkest Minds

Saga: The Darkest Minds, #1

Autore: Alexandra Bracken

Genere: young adult/distopico

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Pagine: 360

Disponibile in digitale e cartaceo!


SINOSSI

Quando Ruby si sveglia il giorno del suo decimo compleanno, qualcosa in lei è cambiato. Qualcosa di abbastanza preoccupante da costringere i genitori a mandarla a Thurmond, un brutale campo di riabilitazione gestito dal governo dove sono rinchiusi i giovani come lei. Ovvero, i giovani che sono riusciti a sopravvivere alla misteriosa malattia che ha decimato la popolazione e che da allora sembrano aver acquisito poteri speciali. 
Ci sono i Verdi, dotati di un'intelligenza eccezionale; i Blu, di telecinesi; i Gialli, che controllano l'elettricità; i Rossi il fuoco e gli Arancioni, come Ruby, la mente umana. 
Ora Ruby ha sedici anni ed è riuscita a scappare da quell'inferno, ma per lei l'incubo non è ancora finito. Durante la sua fuga, però, incontra un gruppo di ragazzini evasi come lei: Zu, Ciccio e Liam, carisma da leader e decisamente carino. 
Ma Ruby non può rischiare di avvicinarsi a lui. Sarebbe troppo pericoloso. E, in viaggio verso l'unico rifugio sicuro, ci sono già fin troppi pericoli da affrontare.


RECENSIONE
A CURA DI PAOLO COSTA

Dimenticate Hunger Games, mettete da parte Divergent, guardate le vostre copie di Maze Runner e scordatele dalla prima all’ultima pagina; tutte le saghe che hanno preceduto questa, non valgono in confronto: ognuna di esse è certamente diversa, adrenalinica, rivoluzionaria a modo suo. Ma Darkest Minds, invece? 
L’ho atteso in preda all’hype più totale, e posso finalmente dire che è stata un’esperienza totalmente diversa, che mi ha travolto dall’inizio alla fine e mi ha lasciato sconvolto, in balia dei brividi e di mille emozioni che si sono mescolate nella mia mente e mi hanno portato a questo, alla recensione.
Non troverò mai le parole adatte per parlarvi di questo romanzo e per spingervi a leggerlo, ma ci proverò perché sento di doverlo fare. Non posso lasciare che la mia esperienza di lettura resti così, nel nulla.
Partendo dal world building, l’universo in cui è ambientato Darkest Minds è praticamente identico al nostro, per questo è stato facile lasciarmi coinvolgere dalla storia. Se messo a confronto con gli altri distopici, il mondo di Darkest Minds è il più vicino alla nostra realtà, e la distopia che fa da contorno alla trama è qualcosa che ho sentito realmente possibile e che mi ha spaventato.
L’America è stravolta da una strana malattia che ha colpito solo i più piccoli e che ne ha dimezzato le quantità. Bambini e adolescenti muoiono all’improvviso, ma i pochi sopravvissuti cominciano a mostrare i sintomi a partire dai dieci anni, sebbene possa succedere anche ad otto e fino ai sedici. Di cosa stiamo parlando, esattamente? Ebbene, chi è rimasto in vita mostra abilità fuori dall’ordinario, che verranno descritte come abilità Psi, ossia dettate dal cervello e dalla psiche degli adolescenti.
Queste abilità saranno diverse, pericolose e spaventose, e per questo verranno classificate in base ai colori e i giovani verranno letteralmente perseguitati e cacciati, in un clima di terrore continuo e crescente.
Curiosi? Non è nemmeno la metà di cosa è successo agli Stati Uniti in quegli anni.
Mi ha stupito molto l’assetto economico e politico ben definito e dettagliato; non è una cosa  che si trova spesso negli young adult di questo genere, e per questo sono rimasto sorprendentemente affascinato. L’epidemia e le sue conseguenze hanno influito in maniera drastica sulle fila che governano l’America, e questo lo ritroviamo anche nei nostri ragazzi, che pensano di sapere cosa succede ma che si ritroveranno a dover affrontare un tipo di realtà fuori dalla loro portata.
Per quanto riguarda la trama, un buon 60% della storia si svolge on the road, e la nostra protagonista è costantemente in viaggio e a rischio, assieme ad una strana compagnia di personaggi veramente interessanti e ben caratterizzati: Ciccio, che è lo sfigatello di turno, sempre in ansia e impaurito, ma con un cuore veramente grande e una lealtà unica verso la sua “strampalata famiglia”; Zu, una dolcissima bambina che ha visto il peggio dell’umanità e si è chiusa in sé stessa, aprendosi però all’unica famiglia che l’ha amata; Liam, il leader del gruppo e un personaggio buono e semplice, ma che ha tenuto per sé i ricordi e i segreti più brutti che sembrano averlo segnato e averlo spinto ad intraprendere una strada pericolosa: quella della libertà.
Il loro passato è curioso e tiene incollato alle pagine, i loro dialoghi sono intelligenti e ben strutturati, merito anche della prosa dell’autrice che è molto elegante ed elaborata, di certo uno stile che non si trova in tutti i romanzi del genere. I personaggi maturano lentamente, anche i loro rapporti mutano col tempo e questo è ottimo, perché le storie che si sviluppano non sono affrettate e non piovono dal nulla, ma hanno basi solide.
Le varie rivelazioni e i plotwist che si susseguono per tutto il romanzo vi faranno girare la testa, questo posso assicurarvelo, fino alla fine che vi lascerà col cuore a pezzi e con gli occhi gonfi sia di panico che di tristezza. Le scelte che vengono fatte in questo romanzo non sono mai facili, ma devo dire che Alexandra Bracken non ha paura di portare i suoi personaggi in sentieri oscuri, o di fargli fare la cosa giusta, anche quando sembra sbagliata e difficile.
Sono molto soddisfatto di questa lettura e la consiglio assolutamente a tutti gli amanti del genere e non solo. È un libro veramente eccezionale e mi ha lasciato col fiato sospeso e con un dolore forte al petto, in attesa del seguito e del film, che uscirà il 14 agosto al cinema.
Vi consiglio di acquistarlo e divorarlo, perché merita.


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