venerdì 30 agosto 2019

Recensione: "Diphylleia" di Elia Bonci

Buongiorno lettori, oggi siamo qui per parlarvi di un romanzo molto particolare recensito dal nostro Paolo.


Titolo: Diphylleia

Saga: Autoconclusivo

Autore: Elia Bonci

Editore: Caravaggio Editore

Genere: young adult contemporary


SINOSSI

In una gelida notte di febbraio nella città di Duluth, nel Minnesota, Aiyana si risveglia dopo tre mesi di coma, ma non ricorda nulla. Karla, la nonna, e Ben, l’infermiere che si è preso cura di lei, rimarranno al suo fianco per aiutarla a ristabilirsi e a ripercorrere le tappe del suo passato, affinché lei possa recuperare la memoria. 
Ed è proprio nell’inseguire e rivivere un passato doloroso che riaffiora un grande amore, non accettato. Un amore che risponde al nome di Selene. 
Ma l’amore non è solo sofferenza, altrimenti l’avrebbero semplicemente chiamato dolore. Questo è il messaggio profondo che l’autore ci vuole trasmettere: anche se sembrano andare nel peggiore dei modi, in futuro le cose andranno meglio. 
Diphylleia è un libro che ci permette di vivere le varie facce dell’amore, da quello non accettato perché diverso, di Aiyana e Selene, all’amore non corrisposto e senza riserve, di Ben, fino a quello incondizionato di Karla per la nipote e quello sbagliato di un padre che non è riuscito ad affrontare le prove della vita. Ma soprattutto, Diphylleia ci dimostra che c’è sempre la possibilità di scegliere di vivere l’amore con coraggio, anche quando sembra impossibile. 


RECENSIONE
A CURA DI PAOLO COSTA

Ci sono amori che superano il destino, altri che restano impressi nella memoria di chi ama e di chi ci ha amato, ma ci sono amori così importanti da essere quasi fondamentali nella nostra vita, amori con cui dividiamo tutto e che scavano talmente a fondo dentro di noi, da lasciarsi dietro dei piccoli frammenti anche quando qualcosa di brutto arriva a toglierci il mondo, ricordi e identità inclusi.
È quello che succede ad Aiyana, ed è quello che il giovanissimo autore esordiente Elia Bonci cerca di raccontarci in questa storia, fatta di frammenti che si susseguono e ci riconducono verso il nucleo fondamentale di questo romanzo breve: l’amore tra due ragazze, quello che sfida tutto pur di sopravvivere e ricongiungere le due amanti, spezzate da una terribile vicenda il cui peso aleggia tra le pagine e ci inquieta, dal prologo fino alla fine.
Devo dire che non mi aspettavo di poter trovare così tanta carne sul fuoco, in un romanzo così breve. Abbiamo diverse tematiche affrontate più o meno con leggerezza, che  in questo caso non è sinonimo di superficialità, ma che indica la volontà dell’autore di lasciare pochi indizi e tracce su cui ogni lettore può soffermarsi a suo piacimento per riflettere e giungere alle proprie conclusioni, senza che Aiyana (o Elia al posto suo) ci racconti tutto o ci imbocchi le varie tematiche dure, una dopo l’altra.
È un gesto da apprezzare da parte di un autore così giovane, sebbene io sia convinto che un romanzo un po’ più lungo potesse soltanto giovare ad una storia così intensa e importante. Sarebbe stato meglio per approfondire delle tematiche che raramente troviamo in un romanzo per ragazzi, e che forse era davvero necessario ampliare e approfondire, soprattutto avendo visto l’incredibile capacità di Elia Bonci di raccontare una storia intera e carica in poche pagine ricche di significato. 
Va comunque bene così, fidatevi di me.
È proprio lo stile di narrazione il punto forte del romanzo, particolareggiato dalla prosa poetica di Elia Bonci, che lascia trapelare pura eleganza e raffinatezza da ogni singola parola di questa storia tormentata, senza perdersi in eccessivi vaneggiamenti o in frasi messe a caso solo per arricchire un testo già denso. Tutto scorre alla perfezione, andiamo avanti spediti lungo tutto il romanzo, saltellando di qua e di là tra passato e presente, con piccoli bocconi che ci aiutano a capire meglio, ma che ci lasciano comunque in sospeso e con la voglia di procedere, fino ad arrivare ad una conclusione dolcissima e piena di speranza.
Un piccolo parere personale, per chi potrà condividere il mio stesso gusto o pensiero (sebbene vi consigli caldamente di non lasciarvi sfuggire questo romanzo): credo fortemente che la storia sarebbe stata meglio se ampliata e approfondita, con scene in più soprattutto del passato e una caratterizzazione o un’attenzione particolare per personaggi come Ben o la nonna della protagnista, ma questa è una scelta stilistica dell’autore che rispetto in ogni caso e che non va assolutamente messa in discussione, dal momento che ci troviamo comunque di fronte ad un’opera ed una storia perfettamente completa in tutto e per tutto.
Tutto procede, dunque, e ci porta ad un finale dolce e intenso… 
Ma tra le pagine piene d’amore sincero ed eterno, si nasconde un dolore profondo che ha minacciato più volte di rovinare la vita alla giovane Aiyana: l’odio, il rancore, l’omofobia, l’incapacità di essere genitori, di accettare il prossimo e di accettarsi, di amare senza freni e di voler bene senza paure. Sono tutte tematiche che restano tra le pagine e che minacciano di darci il tormento da un momento all’altro, di balzare fuori dalla vivida immaginazione dell’autore per colpirci dritto in faccia. Non succede mai, per fortuna, o almeno non davvero, e forse anche questa è un’occasione mancata di dare il duro colpo al lettore, per lasciargli impresso qualcosa come un marchio, un taglio profondo.
Tutto sommato, tra alti e bassi e una giostra immensa di emozioni contrastanti, amore e dolore, lacrime e speranza, ci ritroviamo di fronte ad una lettura leggera ma che riesce a lasciare qualcosa anche per giorni dopo la fine della lettura. Un’opera che si legge in pochissime ore, ma che regala qualcosa e che ci spinge a riflettere, chi più e chi meno, sull’importanza di esistere e amare, di tenere i propri ricordi (ma soprattutto sé stessi) ben stretti e saldi.


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