giovedì 15 agosto 2019

Recensione: "L'incantesimo della spada" di Amy Harmon


Buongiorno lettori, anche oggi recensione riesumata dal vecchio blog.



Titolo: L’Incantesimo della Spada

Saga: The Bird & The Sword Chronicles (Serie di Autoconclusivi)

Autore: Amy Harmon

Editore: Newton Compton

Genere: romance/fantasy/new adult

Pagine: 384

Disponibile in digitale e cartaceo!



SINOSSI


«Deglutisci, figlia. Ingoia le parole, bloccale nel profondo della tua anima. Nascondile, chiudi la bocca sul tuo potere. Non maledire, non curare. Non parlerai, ma imparerai. Silenzio, figlia. Rimani viva».
Il giorno in cui mia madre è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino.
 Desidera disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. 
Ma la mia libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso impugnare una spada o ingannare un re. 
In un regno in cui gli incantesimi sono stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe mai amare… Un uccellino?



RECENSIONE
A CURA DI PAOLO COSTA


Conoscevo già lo stile incredibile di Amy Harmon, da me sempre ritenuta la regina suprema del romance contemporaneo assieme all’incantevole Colleen Hoover, e proprio per questo un paio d’anni fa mi stupì la notizia che la Harmon avrebbe scritto un fantasy. Probabilmente il mio stupore era dovuto al mio pensiero ambivalente sulla versatilità degli autori; se da un lato incoraggio gli autori a cambiare genere e sperimentare, dall’altro lato la mia mente ritiene che un autore che lavori bene con un genere, non dovrebbe mai abbandonarlo.
Da qui la mia preoccupazione più grande, per tutto questo tempo: Amy Harmon sarebbe stata in grado di gestire un fantasy di questo tipo?
Per mia fortuna, a fine lettura la risposta è stata ASSOLUTAMENTE SI, ma ovviamente in un modo tutto suo.
Sappiamo già che il termine romance ha sostituito, anche in Italia negli ultimi anni, il termine “romanzo rosa”, e proprio per questo sappiamo anche che, nonostante i mutamenti continui del genere negli anni, tratta principalmente di storie d’amore e di passioni sfrenate, seguendo più o meno lo stesso stile e gli stessi intrecci tra i personaggi.
Il romance di Amy Harmon ha sempre saputo distinguersi per un alto tasso di spessore psicologico nei suoi caratteri e per le vicende profondamente complesse e umane che vanno a creare una trama unica nel suo genere, capace di arrivare a scaldare anche i cuori più duri.
L’Incantesimo della Spada è un fantasy totalmente atipico, e francamente posso dire di non aver mai letto qualcosa di così intenso e piacevole, soprattutto nell’high fantasy degli ultimi anni. Amy Harmon mi ha stupito per la sua capacità di creare una storia così magica e incantevole, basandola quasi interamente sull’amore, ma allontanandosi allo stesso tempo da essa per mostrarci un mondo altamente fantastico e crudele.
Come ho già detto, il lato romance c’è e si fa sentire, perché va a costituire la parte principale di tutta la trama, ma non è così scontato e stucchevole come si potrebbe pensare. La storia d’amore è coltivata col tempo, con i dialoghi, sguardi e silenzi. È un amore che non sfida le leggi del tempo e dell’universo, come in molti romanzi del genere, ma è un tipo di rapporto capace di creare un universo tutto suo, trascinando i lettori e spingendoli a destreggiarsi tra pensieri complessi e psicologie contorte, seppur realistiche.
Lark, la nostra protagonista, è muta poiché ha ingoiato le parole (elemento fondamentale nell’universo del romanzo). Per tutto il romanzo seguiamo la sua storia attraverso una narrazione in prima persona, che riesce a trascinarci nella mente della protagonista e tra i suoi pensieri più complessi e profondi, che ci arrivano direttamente grazie anche ad una prosa elegante e raffinata, mai scialba e banale. Conosciamo brevemente Lark da bambina e ci spostiamo all’istante verso una Lark più adulta, totalmente differente e quasi irriconoscibile, che impareremo ad amare e che incoraggeremo per tutto il romanzo. Le sue scelte non sono facili e capirla richiederà un duro lavoro, ma ho legato tantissimo con questo personaggio e restarle accanto mi è piaciuto da impazzire.
Tiras, la controparte maschile della storia, è un uomo dannato e maledetto, che fortunatamente non scade nel classico cliché. La sua storia è tutta da scoprire e Lark ci trasporterà in questo viaggio, tra risvolti di trama sconvolgenti e rivelazioni scottanti, alcune piuttosto scontate ed altre totalmente inattese. Il mio rapporto con Tiras durante la lettura non è stato sempre rose e fiori, pur amandolo con tutto me stesso. Avrei voluto che alcune scelte e un paio di dialoghi andassero diversamente, da parte sua, ma tutto sommato ho lasciato correre e mi sono affidato totalmente a Lark nel duro viaggio alla scoperta dei segreti del Re.
Come accennato prima, il world building è unico e incantevole, oserei dire quasi geniale.
È raro trovare un fantasy autoconclusivo con un mondo costruito nei minimi dettagli, ma Amy Harmon ha giocato benissimo le sue carte, mostrandoci la storia del regno e la sua politica capitolo dopo capitolo e con dettagli sparsi per tutto il romanzo. Il mondo fantastico della Harmon è fortemente basato sulla magia, mostratasi a poche persone tramite Il Dono, che purtroppo comincerà ad essere condannato e perseguitato dal vecchio Re.
Ma oltre al Dono, la Harmon ci regala una magia diversa e veramente stupefacente: la magia delle parole, che in questo romanzo assumono un’importanza fondamentale, e che mi hanno lasciato gli occhi a cuoricino per tutto il tempo.
Le parole in questo mondo hanno un peso, così come i silenzi e i pensieri, e leggere di questa magia mi ha veramente lasciato esterefatto e in agonia, chiedendo sempre di più e curioso di esplorare ancora il vasto regno in cui si muovono i personaggi.
Il romanzo è il primo di una duologia, anche se è un autoconclusivo, e il prossimo capitolo riguarderà un personaggio secondario di questa storia che non ho ben inquadrato, Kjell. Sinceramente non vedo l’ora di leggerlo, sia per la trama promettente, che per capire meglio le dinamiche psicologiche di Kjell, che mi ha incuriosito molto nonostante il suo atteggiamento scontroso e riservato.
Vi consiglio di leggere tutti i romanzi della Harmon, ma questo in particolare, se avete a cuore l’amore per il fantasy e per la magia che si cela dietro le parole. E poi, se siete in cerca di un amore epico in tutti i modi, lo troverete e impazzirete tra le pagine di questa storia.


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