martedì 3 novembre 2020

Recensione: "Shades of magic - Il principe d'acciaio" di Victoria Schwab

 


Titolo: Shades of magic - Il principe d'acciaio
Autrice: V.E. Schwab
Genere: Graphic novel - Fantasy
Casa editrice: Mondadori, Oscar Ink
In un mondo illuminato dalle lampade a gas e popolato da maghi che viaggiano tra dimensioni parallele, il principe della Londra Rossa deve abbandonare la protezione della corte reale, fronteggiando qualcosa di peggio dell'esilio.
Eccoci qui, anche oggi davanti a una graphic novel.

A differenza dell'ultima di cui vi ho parlato (leggi la recensione di Pumpkinheads qui), questa qui non mi ha particolarmente entusiasmata.

Ci troviamo nuovamente nell'universo che la Schwab aveva già creato con A darker shade of magic e, anche se questa graphic novel è ambientata precedentemente ai romanzi effettivi, mi aspettavo un minimo di riferimento almeno a quel mondo, che invece mi è sembrato quasi inesistente. Non si è parlato di Antari, non si è parlato di Londra rossa, nera, bianca o grigia, ma di una sola Londra (nemmeno specificando quale fosse) e di una storia che, a parer mio, non ha proprio niente a che vedere con la trilogia della Schwab.

La storia in sé per sé credo sia l'unico punto che in qualche modo salva la graphic novel, ache se non è la migliore che abbia letto, ha delle potenzialità.

Primo di tutti, il principe Maxim, erede al trono di Arnes, che da il nome alla graphic novel proprio per il suo potere di piegare l'acciaio al suo volere (da qui Principe d'acciaio). Lui verrà mandato dal re in una terra lontana dalla sua per farlo concentrare sui suoi doveri e cercare di distoglierlo dall'idea di poter salvare altri regni oltre al suo. Ma la sua strada si incrocerà, tra una battaglia e un'altra, con quella della maga Arisa, un'antagonista importante in questa storia, che fino alla fine avrà un ruolo fondamentale.

Ecco, ho trovato la storia carina, ma niente di più. Credo che la Schwab avrebbe potuto fare davvero di meglio, riprendendo il mondo che lei aveva creato così egregiamente e mostrandoci qualcosa di ancora più affascinante.

Il tasto più dolente, però, secondo me sono le tavole. Ci troviamo davanti a tavole a colori, i cui toni prevalenti sono toni scuri, sempre sul rosso, nero e colori simili. Ma più che le tavole in sé, il vero problema è stata l'illustrazione dei personaggi. Li ho trovati davvero brutti e per niente affascinanti e di conseguenza sono stata ancora meno invogliata alla lettura.

Sicuramente Il principe d'acciaio è una lettura veloce, ma credo che sia anche molto soggettiva. C'è a chi piace e a chi non piace, senza troppe vie di mezzo. Purtroppo, per questa volta, faccio parte della seconda categoria.

Spero comunque che molti di voi possano appezzare la storia di Maxim più di quanto abbia fatto io.





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